Bollettino Gen-Mar 2020

28 Feb

Bollettino Gen-Mar 2020

Cari amici, cari lettori del Bollettino, eccovi in sintesi i contenuti del nuovo numero, fresco di stampa.

Nella rubrica intitolata “L’angolo del Rettore”, padre Massimiliano Preseglio ci propone un’importante riflessione dal titolo “L’aiuto di Dio passa anche attraverso il nostro agire”. Si tratta di un contributo particolare: i pensieri e le parole in esso contenute sono state dettate, in gran parte, dall’esperienza dell’alluvione che lo scorso novembre ha disseminato danni, dolori e preoccupazioni in molti paesi della zona. E come sapete, neanche il Santuario di Nostra Signora delle Rocche è stato risparmiato: da questa prospettiva P. Preseglio ci racconta questo evento terribile e inatteso, nonché del lavoro e dell’impegno della comunità passionista, dei volontari laici ed in generale di tutti coloro che in quei momenti non si sono perse d’animo, ma che, anzi, hanno dato il loro prezioso contributo senza risparmiarsi in alcun modo, ognuno secondo le proprie forze, competenze e qualità. Questo di p. Massimiliano è un articolo sofferto, senza dubbio, ma aperto alla fede e alla speranza. Nei momenti difficili l’aiuto di Dio non viene mai meno: il Signore non abbandona mai le sue creature. L’azione divina passa anche attraverso l’azione umana: in questa prospettiva l’aiuto di Dio passa anche attraverso il nostro agire. L’esempio è dato da tutti noi nella misura in cui decidiamo di amare non solo a parole ma con tutta la concretezza di cui siamo capaci: e da questo punto di vista è puntuale il riferirsi di P. Massimiliano all’apparizione di Maria a Clarice in cui la Madonna si rivolge alla donna non con un’affermazione, ma con una domanda: “Clarice, avete qualcosa da darmi”?

Il riferimento di P. Preseglio all’apparizione mariana del XVI secolo viene peraltro approfondito, con dovizia di particolari storici e singolare chiarezza narrativa nella rubrica “Padre Diego racconta”, curata appunto da P. Diego Menoncin. L’articolo di p. Diego è davvero prezioso poiché rende ragione dell’evento che sta alla base della nascita del Santuario e della devozione, costante nel tempo, di tanti pellegrini alla Madonna delle Rocche.

Nella sezione intitolata “Le perle di Papa Francesco”, p. Marco Ermano ci propone un elogio della piccolezza: la Parola di Dio, ricorda il Pontefice, non elogia la grandezza, ma predilige abitare nella semplicità dei cuori e nelle azioni sincere di tutti coloro che scelgono di “essere” rifiutando il mero “apparire”. Gesù, nei Vangeli, gioisce e ringrazia il Padre perché si è rivelato ai piccoli, non ai potenti. Ma la strada della piccolezza non conduce forse alla paura di vivere pienamente, al rifiuto della gioia di vivere, alla chiusura in se stessi? No, assolutamente: come dice Francesco – con un’espressione solo in apparenza paradossale – la piccolezza è grande: e lo è proprio perché abita il quotidiano senza sbandierare pretese. La piccolezza è grande perché all’amore per la forza preferisce la forza dell’amore: in questo, senza affidare la notizia della sua presenza operosa al clamore delle parole vane, al rumore degli squilli di tromba. In tal modo, essa è capace di lasciare tracce nella storia ben più durature di tanti grandiosi progetti campati per aria, basati sul potere della retorica o della violenza.

Nello spazio dedicato alle figure bibliche, Elena Silva ci parla di Giosuè. La figura di Giosuè è particolarmente significativa: essa insegna, in modo sia diretto sia indiretto, che Dio è presente non solo nella rappresentazione eroica e nella legge poiché Egli illumina una via ulteriore, un cammino capace di oltrepassare, senza cedere a compromessi, tutti gli ostacoli che lo stare al mondo può porre ad ognuno ad ogni età, tempo, tappa o stagione della vita. La strada che si apre dinnanzi allo sguardo di chi ha fede nella presenza di Dio conduce sempre in porti sicuri e riserva sorprese tali da far dire, ad ognuno nel proprio cuore, che la vita è realmente degna di essere vissuta con impegno, fiducia e buona volontà.

Fabrizio Gualco, in “Volti e parole” ci propone un articolo intitolato “Vivere nel tempo respirando l’eterno”, il cui sviluppo ruota attorno alla figura e all’opera di uno dei più grandi intellettuali europei, il francese Charles Péguy. Secondo Péguy la fede del cristiano non è illusione perché è fondata sul Mistero dell’Incarnazione. L’Incarnazione è il grande avvenimento che muta una volta per tutte, irreversibilmente, la storia umana: un segno vivo che l’uomo non solo può comprendere, ma anche e soprattutto incontrare in Gesù Cristo.

Infine, in questo numero, una galleria fotografica particolarmente ricca: immagini che parlano e documentano la vita del Santuario che continua sempre e comunque sotto lo sguardo materno di Maria.

Buona lettura a tutti!

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