Doti artistiche

Doti artistiche

Santuario_interno

Fotografie di Dolcini Adriano e Pietro

La decorazione della Chiesa inizia nel 1870 ad opera dei fratelli Ivaldi di Ponzone: Giovanni Maria, sordomuto dalla nascita, figurista, e l’altro decoratore. Furono aiutati da un altro decoratore di Milano, Ferrari.

In alto, nella navata centrale, sono dipinti quadri raffiguranti la vita della Madonna: nascita, fuga in Egitto, nozze di Cana…

Le due navate laterali sono abbellite da medaglioni, che ricordano la gloria del Santuario: l’apparizione a Clarice ed i miracoli avvenuti nei primi tempi.


Sopra l’Altare maggiore domina una colomba dorata: lo Spirito Santo, Amore di Dio, è il grande artefice di tutte le grandezze di Maria santissima. Sull’abside due tele, di autore ignoto, ( Giovanni Monesi ) rappresentano l’Immacolata e l’Annunciazione. Opere tutte di pregio, che ancora oggi conservano una freschezza originale.


Le pale dei due Altari laterali di S. Lorenzo (1685) e della Madonna del suffragio (1687) sono del pittore Giovanni Monesi.

Nella navata di sinistra si conserva una preziosa reliquia: il corpo di S. Leone martire. Nato a Roma subisce il martirio nella stessa città ed è sepolto nel cimitero di S. Calepodio. Dopo vario pellegrinare le reliquie vengono in possesso del sig. Giobatta Bono, di Molare, che ne fa dono al Santuario. Il Santo riposa sotto l’Altare di S. Lorenzo.

Gli Altari di S. Gabriele dell’Addolorata (1921) e di S. Paolo della Croce (1954) ornano, al centro delle due navate laterali, la Chiesa.

Opera di valore l’artistico il pulpito, tutto di marmi pregiati. Il 14 aprile 1865 venne sostituito il vecchio pulpito di legno con l’attuale di marmi pregiati, dono di Nicola Scaraglio fu Domenico, di Molare.

L’Altare maggiore è un capolavoro in marmi: quattro colonne tortili monoblocco (ditta Palemi di Bergamo – 1923).

       Nel 1867 si iniziarono i lavori per l’aggiunta di una nuova arcata e della facciata, lavori che terminarono nel 1869.         

L’organo, interessato da un recente restauro fu donato da Carlo Guala di Molare nel 1882.

La Statua delle Madonna delle Rocche è situata nella nicchia sopra l’altare maggiore e fu scolpita in legno in Val Gardena per l’incoronazione del 1923; sostituisce quella antica.

Gli affreschi

Natività di Maria SS.

Rappresentazione della Natività di Maria SS.
Natività di Maria

La Tradizione antichissima ci indica i nomi dei Genitori in Gioacchino e Anna. La data dell’8 settembre è convenzionale, ma la Beata Emmerich afferma che sia giusta.

Teologicamente è doveroso ricordare che fin dal suo concepimento Maria fu esente dal peccato originale: Immacolata.

S. Andrea di Creta in un suo discorso si esprime così:

“La celebrazione odierna onora la Natività della Madre di Dio. Però il vero significato di questo evento è l’Incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio.”

Seconda lettura dell’ufficio 8 settembre: “La tua nascita, o Vergine, portò una gioia a tutto il mondo”.

Presentazione di Maria al Tempio

La Presentazione della Beata Vergine Maria è una memoria liturgica della Chiesa cattolica di origine devozionale, celebrata anche dalla Chiesa ortodossa come Ingresso della Madre di Dio al Tempio, che ricorda la presentazione di Maria al Tempio di Gerusalemme. Viene celebrata il 21 novembre di ogni anno da entrambe le Chiese. Anche questa è una tradizione non storica, perché era solo il primogenito maschio consacrato a Dio che doveva essere riscattato dai genitori.

Presentazione di Maria al Tempio

Per Maria SS. il significato  è spirituale, interiore, cioè la sua consapevole offerta a Dio di tutta se stessa per tutta la vita. Questo è il significato introdotto nella cultura religiosa dei cristiani e soprattutto dei Santi. 

Pensiamo a S. Paolo della croce, che appunto aveva fissato in questo giorno la sua vestizione religiosa e poi dedicò alla Presentazione di Maria il primo convento e la prima provincia della sua Congregazione e anche quest’anno i Passionisti le hanno intitolato la Configurazione che include Italia, Francia e Portogallo.  Esistono anche altre Congregazioni religiose maschili e femminili dedicate proprio alla Presentazione di Maria SS. al tempio Esempi: Congregazioni della Presentazione.  Numerose le congregazioni intitolate alla Presentazione della Vergine come ad esempio:

L’episodio della Presentazione è stato trattato da moltissimi pittori  in più epoche storiche. Fra i tanti si ricorda Giotto, che ne ha descritto visivamente la scena all’interno della Cappella degli Scrovegni di Padova, affrescata da lui fra il 1303 ed il 1306.

Lo stesso soggetto venne dipinto da Taddeo Gaddi nella Cappella Baroncelli di Santa Croce di Firenze o da Paolo Uccello nella Cappella dell’Assunta del Duomo di Prato o ancora da Domenico Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni di Santa Maria Novella (Firenze).

Anche Cima da Conegliano riprese lo stesso tema nel dipinto del 1496-97, oggi a Dresda; un’altra rappresentazione molto nota si trova nella basilica di Santa Maria Maggiore.

In tutti questi dipinti un ruolo chiave ha la rappresentazione architettonica della scala, su cui la Vergine bambina sale.  Sempre a Roma, nella Chiesa Nuova, è presente una cappella dedicata alla Presentazione della Vergine.

Sposalizio di Maria SS e Giuseppe

Nell’Esortazione apostolica Redemptoris custos, Giovanni Paolo II afferma con forza che “anche per la Chiesa, se è importante professare il concepimento verginale di Gesù, non è meno importante difendere il matrimonio di Maria con Giuseppe, perché giuridicamente è da esso che dipende la Paternità di Giuseppe. Dal Vangelo (Matteo 1,19) Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.

Sposalizio di Maria SS. e Giuseppe

Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.  Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Nella sua vita di Maria SS. la Beata Caterina Emmerik le attribuisce l’età di soli 14 anni, ma giuristi ebrei antichi non riconoscevano valido il matrimonio di una donna inferiore ai 16 anni.

Parentela: Era norma trovare moglie nel proprio ambiente parentale, allargato. Giacobbe va fino in Mesopotamia per trovare moglie della sua tribù, anche Tobia il giovane va lontano e trova la moglie giusta, Ma abbiamo anche i figli di Noemi che trovano moglie non solo fuori della parentela,ma addirittura fuori del popolo di Israele, due moabite.

Testimoni. Nel dipinto noi vediamo un gruppo di ragazze al seguito di Maria e un gruppo di giovani dietro S. Giuseppe. La Tradizione vuole che vi fossero altri giovani meritevoli di sposare Maria, ma che  il sommo sacerdote avesse voluto che la scelta fosse manifestata dal Signore mediante la sorte. A ognuno consegnò il  suo bastone secco, solo quello di Giuseppe fiorì.

Qui vediamo la consegna ufficiale dell’anello alla presenza del sacerdote  ma vi erano anche altre forme di cerimonia.  Oggi, comunque, la modalità più diffusa è quella dell’anello, perché c’è tutta la coreografia, col rabbino che canta la benedizione, i canti, i balli, ecc.

Successivamente i nostri maestri hanno inventato un documento, che va sotto il nome di ketubbà, che significa “cosa scritta”, e che ha la funzione di tutelare economicamente la figura della donna. Nessun rabbino oggi procede a fare un matrimonio, se immediatamente prima del matrimonio il marito non sottoscrive questo documento, in cui è scritto, con una formula burocratica, che nel giorno tale, il signor tale ha deciso di sposare la signora tale. Contestualmente a questo impegno di sposarsi, il marito si impegna giuridicamente ad alcune cose e cioè il fornire la moglie di alimenti, casa, vestiti, rapporti matrimoniali e poi deve scrivere ancora nel documento che mette a disposizione della moglie una somma di denaro, nel caso in cui lui muoia prima di lei o nel caso di divorzio.

La normativa ebraica sostiene che quando un tale muore, il suo patrimonio passa direttamente ai propri figli maschi, che se lo dividono in parti uguali, eccetto il primogenito al quale spettano due parti. Così né le femmine né la moglie ricevono nulla, salvo che i figli maschi hanno comunque, anche se non c’è stata nessuna eredità, il dovere di provvedere alla madre e alle sorelle, almeno fino a quando queste non si sposano.

Allora non volendo che la donna rimasta senza marito sia alla mercé dei propri figli maschi, si sottoscrive questo documento che assicuri alla moglie la cifra a lei destinata dal marito. La stessa cosa avviene anche in occasione del divorzio; il marito deve subito mostrare la ketubbà al rabbino, che solo dopo procederà alle altre pratiche.  

Visita di Maria a Elisabetta

E’ narrara nel Vangelo di san Luca (1, 39-56 ).  Il viaggio è di circa 120 Km da Nazaret ad Ain Karem. Sarà andata da sola oppure si sarà unita a un gruppo diretto a Gerusalemme ?  Non è possibile saperlo.  Nel nostro dipinto è accompagnata da san Giuseppe, suo sposo.  

Visita a Elisabetta

Ai pellegrini odierni è indicata una casa nel paese di Ain Karem (chiesa di S. Giovanni Battista) come residenza normale di Elisabetta e Zaccaria, ma il santuario mariano è un poco fuori paese. Forse la loro casetta di campagna, dove Elisabetta si sarebbe ritirata per sfuggire alla curiosità dei paesani vedendola incinta alla sua  età. 

Nel paese  vi  è  anche  un’altra  chiesa che ricorda S. Giovanni Battista. L’altra chiesa è ortodossa e fu costruita nel 1894 anch’essa sui  resti  di  un’antica  chiesa. La chiesa  cattolica  della  Visitazione  fu  costruita, anch’essa, sui resti di chiese più antiche, nel 1955 dall’architetto italiano Antonio Barluzzi. Sul muro che delimita la zona sacra sono fissate lapidi di marmo con il Magnificat scritto  in tante lingue.

Natività di Gesù a Betlemme

Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 

Natività di Gesù

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. (Luca 4).    

Betlemme dista quasi 10 km da Gerusalemme.  Attualmente  conta 30 mila abitanti (di cui 21 % cristiani).  Nel 1947 i Cristiani erano  in  maggioranza, ma  con le vicende  successive  moltissimi  sono emigrati.  Anticamente  (tra il 132 e il 135) la città  fu occupata dai Romani.

Dopo la sua cattura nel corso della terza guerra giudaica gli abitanti ebrei furono espulsi dagli ordini militari di Adriano.[3] Mentre dominavano Betlemme, i Romani costruirono un santuario dedicato alla mitica figura del culto greco Adone sul luogo della Natività. Una chiesa fu eretta nel 326, quando Elena, la madre del primo imperatore bizantino Costantino, andò in visita a Betlemme.

Betlemme (in arabo: بَيْتِ لَحْمٍ‎, Bayti Laḥmin, Bayt Laḥm, lett. “Casa della Carne”, in ebraico בֵּיִת לֶחֶם, [Beit Lehem], lett. “Casa del Pane”, in greco Βηθλεέμ [Bethleém]) è una città della Palestina, capitale del Governatorato di Betlemme dell’Autorità Nazionale Palestinese, ed è famosa soprattutto perché i Vangeli e la tradizione cristiana la indicano quale luogo di nascita di Gesù Cristo; per questo motivo vi sorge la Basilica della Natività.

Si trova a circa 10 km a sud di Gerusalemme, ad un’altezza di 765 m sul livello del mare. Il suo agglomerato urbano comprende anche le cittadine di Beit Jala e Beit Sahour.

Secondo la Bibbia, a Betlemme nacque anche David, secondo re di Israele; essa è quindi menzionata da Luca evangelista come “la città di David”. Secondo una profezia biblica (cfr. Michea 5,1), il Messia doveva essere suo discendente e nascere nella sua città. Secondo i Vangeli, la nascita di Gesù fu a Betlemme

Due narrazioni nel Nuovo Testamento descrivono Gesù come nato a Betlemme. Secondo il Vangelo di Luca, i genitori di Gesù vissero a Nazaret, ma si recarono per un censimento a Betlemme, e Gesù vi nacque prima che la famiglia tornasse a Nazaret.

Il Vangelo secondo Matteo indica che, all’arrivo dei Magi, la famiglia abitava in una casa.  Matteo riporta che Erode il Grande, sentito che un “Re dei Giudei” era nato a Betlemme, ordinò l’uccisione di tutti i bambini di due anni o più piccoli nella città e nelle zone circostanti.

Giuseppe, padre putativo di Gesù, è avvertito di questo in un sogno; la famiglia sfugge a questo destino fuggendo in Egitto e ritornando solo dopo che Erode era morto. Ma avvertito in un altro sogno di non tornare in Giudea, Giuseppe conduce la famiglia in Galilea, e va a vivere a Nazaret.

L’antichità della tradizione della nascita di Gesù a Betlemme è attestata dall’apologeta cristiano Giustino martire, che ha dichiarato nel suo Dialogo con Trifone (c. 155-161) che la Sacra Famiglia si era rifugiata in una grotta al di fuori della città.   Origene di Alessandria, che scriveva intorno all’anno 247, si riferisce ad una grotta nella città di Betlemme che la popolazione locale riteneva fosse il luogo di nascita di Gesù.

Fuga in Egitto

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».

Fuga d’Egitto

Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

“Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio”.

Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.  Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:

“Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figliuoli e ricusa d’essere consolata, perché non sono più”.

Gesù fra i dott. della legge

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.  Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.

Gesù al Tempio

Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 

Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».

Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».  Ma essi non compresero le sue parole.

Nozze di Cana

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 

Nozze di Cana

Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».  La madre disse ai servi: «Fate quello che vi dirà».

Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. 

E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.  E come ebbe assaggiato l’acqua diventò vino.

Il maestro di tavola, che non sapeva da dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».

Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.

Deposizione dalla Croce

“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Deposizione dalla Croce

Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. 

Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. 

Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. 

Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

Maria SS. coronata Regina

E’ il dipinto centrale della volta ed è anche il più esteso di dimensioni

Incoronazione di Maria SS.

Esprime la fede della chiesa prima ancora della solenne definizione del papa Pio XII: La solenne definizione (Costituzione Apostolica “Munificentissimus Deus” 1950).

«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Questo tema è stato trattato dal nostro Ivaldi anche in altre chiese; inotre sono celebri altri dipinti (es.: Tiziano: “l’Assunta” nella chiesa dei Frari a Venezia; il Correggio nel duomo di Parma).

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